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Anno XXVII - n. 4 - dicembre 2002

 

Christian Singer

 

Elogio del matrimonio, del vincolo e altre follie.

Un matrimonio non si contratta. Si danza. A nostro rischio e pericolo

 

Servitium Editrice, 2001, pp.97

 

 

L’assillo dei problemi quotidiani e l’inesorabile ritmo del tempo che vertiginosamente consuma i nostri giorni erodendo il passato, presentandoci un futuro carico di incertezza, hanno però il pregio, oltre a mostrare l’amaro destino dell’uomo d’oggi, di far brillare l’elemento vitale più importante che rimane sempre l’amore. La frustrazione che nasce da un insufficiente nutrimento affettivo sembra essere uno dei motivi più comuni di insoddisfazione all’interno di un rapporto sentimentale, anche se spesso è difficile parlarne perché può essere disagevole dover ammettere un bisogno di questo tipo.

Esiste l’amore? E’ un’illusione? Un sogno irrealizzabile? Che peso può avere nella nostra vita? Ci si può impegnare corpo e anima e, nel contempo, conservare la propria libertà? Legarsi o sfuggire al legame? Che cosa fanno le coppie che sono riuscite a tener vivo l’amore? C. Singer risponde con questo libro mantenendo le promesse che l’incipit fa pregustare allusivamente, approfondendo molti argomenti relativi all’essere in coppia e al matrimonio. Ci sono momenti in cui ognuno di noi vorrebbe abbandonare la responsabilità della vita adulta: non c’è niente di immaturo in questo. Fa parte della natura umana. E quando il nostro partner ci dà questa forma di nutrimento affettivo, ci sentiamo amati. Ma per vivere nella tensione fra le polarità libertà/vincolo, autonomia/legame, gioco/giogo, occorre “osare la traversata dell’impossibile”. E per far questo né la filosofia, né la morale, né alcun saper costituito può soccorrerci, Nessun prototipo è lì a suggerirci come conformarci … c’è solo il procedere con levità, volteggiando e inventandosi i passi da danzare.

“Libero è senza dubbio chi avendo guardato in faccia la natura dell’amore – i suoi abissi, i suoi giri a vuoto e le sue esultanze – senza illusioni, si mette in cammino, deciso a viverne costi quel che costi l’odissea, a non rifiutarne né i naufragi né la sacralità, disposto a perdere più di ciò che credeva di possedere e a guadagnare infine ciò che non è quotato in nessuna borsa: la promessa mantenuta, l’impegno onorato nella traversata senza finzioni di una vita umana”. E’ proprio questo il significato essenziale del libro: la vera avventura della vita, la sfida chiara e alta non è quella di fuggire l’impegno ma di osarlo … perché “libero è chi non rifiuta di impegnarsi”.

Maria Rosaria Gavina Grossi

   
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